Sette tonnellate di filo di ferro che si sviluppano lungo quattordici metri di altezza. Questo lo straordinario lavoro ad opera di Edoardo Tresoldi, che ha ridato vita all’ex Basilica di Santa Maria di Siponto di epoca paleocristiana attraverso una ricostruzione in rete metallica, la più grande al mondo, per i quali è stato necessario un investimento di 900mila euro (3,5 milioni di euro se sommati al costo per la valorizzazione dell’intero parco archeologico). Il giovane artista milanese in tre mesi di lavoro è riuscito a ricostruire gli ambienti con impressionante realismo grazie alla rete metallica leggera e trasparente, elemento primario delle sue sculture. Per farlo si è avvalso dell’aiuto di un giovane team di creativi under 30 e di una trentina tra architetti, ingegneri, operai ed archeologi.
Il 28enne artista ha ricostruito, a ridosso della chiesa medievale esistente, in scala reale i volumi della basilica paleocristiana della quale resistono parte del mosaico e del perimetro originario risalente al IV secolo dopo Cristo e oggetto, peraltro, nel corso del tempo di diverse sovrapposizioni fino all’età medievale, quando il cuore dell’insediamento di Siponto ha cessato di battere.
La mirabile opera è stata l’elemento di spicco dell’inaugurazione del parco archeologico di Santa Maria di Siponto, avvenuta ieri pomeriggio (parco realizzato dal Mibact e dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia). Un’opera innovativa che, si spera, attiri l’interesse di cittadini e turisti.
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